Per la prima volta il servizio di streaming Tubi ha lanciato una campagna di branding. E lo ha fatto in grande, al Super Bowl. Il suo obiettivo era chiaro: qualunque cosa succeda, non vogliamo passare inosservati. E non lo hanno fatto.
Perché è importante: Anche la migliore strategia di branding fallisce se non riesce a guadagnare l’attenzione del pubblico.
Prima di questa campagna Tubi non aveva mai lavorato sul brand, ma solo sul prodotto: “Non è la prima operazione di marketing che facciamo, – ha detto la CMO Nicole Parlapiano, – è solo che non avevamo mai comunicato il brand”.
Nei giorni prima dell’ultimo Super Bowl, in cinque luoghi degli Stati Uniti sono apparsi dei conigli giganti che tenevano in mano una pala. Piuttosto inquietanti, a dire il vero. Ma proprio per questo impossibili da ignorare per chi li ha incontrati.
Poi, durante il cinquantasettesimo Super Bowl, domenica scorsa, è uscito un video di un minuto nel quale si vedono delle persone afferrate e trascinate via da questo coniglio gigante e lanciate dentro un buco scavato nella terra che, a prima vista, sembra una tomba. Invece le persone si ritrovano a fluttuare tra i contenuti della piattaforma. Il claim della campagna è: “Find rabbit holes you didn’t know you were looking for”.
Infine un altro colpo di genio. Durante la partita è stato mostrato un altro video da 15 secondi, come spesso avviene. Ma questa volta nessuno ha inizialmente capito che si trattasse di una pubblicità. Appare la grafica ufficiale del Super Bowl e due giornalisti di Fox Sport che iniziano a commentare la partita, come in un normale collegamento durante una pausa di gioco. E poi accade qualcosa di strano: dal basso compare la tipica grafica di una smart tv che mostra i loghi delle varie app di streaming. Il cursore si muove fino all’app di Tubi, si sente un clic e infine appare la schermata principale di Tubi. È facile immaginare gli spettatori sul divano muoversi convulsamente alla ricerca del telecomando sul quale pensano di essersi seduti sopra.
Greg Hahn, cofondatore e CCO di Mischief, l’agenzia che ha creato la campagna, ha detto: “La cosa più pericolosa che puoi fare è essere ignorato”. E ci ha dato una bella lezione su come farsi notare.
Per approfondire:
- Adweek ha fatto uscire la sua classifica delle migliori dieci pubblicità all’ultimo Super Bowl, dove Tubi è al primo posto.
- In Italia, anche La Gazzetta del Pubblicitario ha proposto la sua classifica, Tubi non c’è, ma ce ne sono altre dieci comunque bellissime.
- Qui invece ci sono i migliori spot del “nostro Super Bowl”, ovvero del Festival di Sanremo, selezionati sempre dalla Gazzetta del Pubblicitario.