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Internet sta per cambiare, ma non sappiamo come

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Oggi la Corte Suprema degli Stati Uniti inizia l’esame della Sezione 230: “Dobbiamo essere preparati al fatto che cambierà di molto il funzionamento di internet”, ha detto Daphne Keller, direttrice del programma sulla regolamentazione delle piattaforme della Stanford Law School.


Perché è importante: Una buona parte della comunicazione di marca avviene su internet, dunque i cambiamenti influiranno anche sul futuro del branding.


La Corte ascolterà in settimana le argomentazioni su due casi riguardanti la Sezione 230, la legge federale che afferma che le piattaforme tecnologiche (come Facebook, Instagram, Twitter, YouTube e Google) non sono responsabili per ciò che i loro utenti scelgono di pubblicare. È stata varata nel 1996, quando Mark Zuckerberg aveva solo 11 anni e Google non era ancora nata, all’interno di una legge sulla pornografia.

L’argomentazione, in entrambi i casi, è più o meno questa: anche se le piattaforme non sono responsabili per il contenuto dei post, dovrebbero esserlo per ciò che i loro algoritmi promuovono o suggeriscono. In altre parole: sarebbero immuni se i feed fossero organizzati solo in ordine cronologico, ma dal momento che alcuni post hanno più visibilità di altri dovrebbero essere legalmente responsabili per queste scelte.

Molti esperti pensano che la Corte Suprema non sia preparata ad affrontare questi argomenti. Secondo Evelyn Douek, docente di Stanford specializzata in diritto tecnologico: “La Corte non è adatta, potrebbe credere di fare una cosa e in realtà fare qualcosa di molto diverso”. E anche se la Sezione 230 non dovesse cambiare, “la Corte potrebbe fare delle dichiarazioni problematiche… che finiranno per minare il sistema legale”, ha detto Berin Szóka, presidente del think tank TechFreedom.

La decisione è attesa per l’estate. Ovviamente riguarda gli Stati Uniti, non l’Europa dove la regolamentazione è più avanzata (ad esempio la direttiva 31/2000 che distingue tra hosting attivo e passivo, il primo responsabile e il secondo no). Ma è comunque difficile pensare che non avrà un impatto anche sul nostro continente.

Allo stesso modo potrebbe cambiare per sempre il modo con cui i brand comunicano in un mondo con algoritmi di ranking molto diversi, con meno o nessuna possibilità di personalizzazione e targeting, un mondo nel quale potrebbero non esistere più i video virali e sarà in discussione il ruolo degli influencer e dei creator. O forse no. Come ha detto Daphne Keller: “La Corte potrebbe andare in così tante direzioni diverse che è molto difficile prevedere la natura del cambiamento”.


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