Spesso l’importanza di un elemento grafico non è data dalla sua grandezza, ma dallo spazio vuoto che lo circonda: i grandi brand sanno reggere (e far parlare) il vuoto intorno a loro.
Perché è importante: Il modo in cui si colloca un logo nello spazio dice molto di quanto è forte quel brand.
Nel design, lo spazio “bianco” (in inglese, white spaces o negative spaces) è l’area che separa gli elementi grafici. Ovviamente può non essere bianco, ma deve essere vuoto.
Molte volte è all’origine dei principali problemi tra i designer e i loro clienti. La maggior parte dei designer ama gli spazi vuoti per l’eleganza che creano e per l’esperienza utente migliore. Basta pensare alla homepage di Google: il grande spazio bianco rende la pagina estremamente semplice, elegante e intuitiva.
Purtroppo molti clienti soffrono di horror vacui. Considerano lo spazio vuoto uno spazio sprecato, che potrebbe veicolare informazioni, claim, immagini, ecc.
Lo spazio vuoto, invece, è fondamentale. Anche nel branding, perché i grandi brand non amano gli spazi grafici affollati. L’esempio più facile è Apple, che posiziona sempre la sua mela in mezzo a un grande spazio bianco. Ma non vale solo per le identità minimali: per valorizzare un logo bisogna sempre isolarlo, in questo modo comunicherà di essere così forte che non c’è bisogno d’altro intorno a lui.
In fondo è la differenza tra un’azienda che comunica e un brand: un’azienda che comunica riempie lo spazio libero di claim, un brand fa parlare il vuoto.
Per approfondire:
- Un articolo più recente: Mads Soegaard, The Power of White Space in Design, Interaction Design Foundation.
- E uno meno: Paul Boag, Why whitespace matters.